Presentazione
Durata
Da Mer 12 Marzo 2025 a Mar 12 Marzo 2024
Descrizione del progetto
Un Incontro di Condivisione e Sperimentazione
Quando la scuola si apre all’Europa, si aprono nuove strade per imparare, crescere e costruire insieme.
Il 12 marzo, nel nostro istituto, si è svolto un incontro di disseminazione che ha messo al centro l’internazionalizzazione, la formazione dei docenti e la didattica del futuro. Un momento autentico di scambio e ispirazione, capace di generare valore per tutta la comunità scolastica.
L’iniziativa, pensata come un workshop interno al dipartimento verticale tra scuola primaria e secondaria di primo grado, ha dato voce a tre esperienze diverse ma complementari, tutte accomunate da un obiettivo chiaro: migliorare le strategie per l’apprendimento dei nostri studenti.
L’evento si è aperto con l’intervento del Dirigente Scolastico, che ha presentato le finalità del programma Erasmus Plus, soffermandosi sull’importanza della mobilità del personale scolastico, un’azione che consente ai docenti di formarsi all’estero e portare poi innovazione all’interno della propria realtà. La disseminazione, prevista dal programma, è stata quindi integrata in un momento collegiale che ha combinato racconto, riflessione e sperimentazione attiva.
Esperienze che ispirano
La prima presentazione è stata curata dalla collega Alessia Brida, che ha raccontato la partecipazione al seminario eTwinning “Outdoor & Rural Areas" svoltosi a Pellaro (RC), all’interno del progetto “Piccole Scuole”. Un’esperienza che ha evidenziato le potenzialità dei contesti marginali attraverso la progettualità europea, promuovendo una didattica fondata su empatia, collaborazione, pensiero critico e apertura interculturale.
A seguire, le docenti Monica Barbetti, Giorgia Pigarella e Cristina Preti hanno condiviso la loro esperienza formativa a Tenerife, dove hanno preso parte a un corso intensivo sul “Brain-Based Learning”, un approccio pedagogico che si fonda sulle recenti scoperte delle neuroscienze cognitive. L’idea centrale è semplice ma potente: se comprendiamo come funziona il cervello mentre impara, possiamo insegnare meglio.
Durante il corso, guidato da una formatrice canadese, le docenti sono state coinvolte in un viaggio tra teoria e pratica, dove ogni attività – dal gioco collaborativo alla costruzione silenziosa di una torre, dalla creazione di un video alla riflessione guidata – era pensata per attivare specifiche aree cerebrali e promuovere processi di apprendimento più efficaci.
Uno dei punti chiave emersi è stato il limite naturale dell’attenzione: dopo 15-20 minuti, il cervello ha bisogno di cambiare stimolo per continuare a imparare efficacemente. È per questo che risulta essenziale alternare momenti cognitivi ad attività fisiche e ricreative, come i brain breaks, o variare spesso ritmo, modalità e canale sensoriale dell’insegnamento.
Si è parlato di memoria procedurale e dichiarativa, di emisferi cerebrali e di come ogni apprendimento sia più stabile se associato a un’emozione positiva. È emersa con forza l’importanza del clima di classe: l’ambiente emotivo in cui si insegna è tanto determinante quanto i contenuti stessi. Il cervello, infatti, impara meglio quando si sente accolto, motivato e sicuro.
Il corso ha mostrato alle partecipanti l’efficacia di strategie didattiche attive, cooperative e multisensoriali, che trasformano gli studenti da semplici fruitori a protagonisti del proprio apprendimento. È stato anche un invito ad ascoltare i bisogni degli alunni con maggiore attenzione, a spezzare le lezioni in micro-unità più gestibili, a progettare attività che stimolino corpo, mente ed emozioni in sinergia.
Non si trattava solo di “metodologia”, ma di un vero e proprio cambio di paradigma: un modo nuovo di guardare alla scuola, non più come luogo di trasmissione di saperi, ma come spazio vitale dove si coltiva il pensiero, la curiosità e il benessere cognitivo di ogni studente.
Le insegnanti sono tornate da Tenerife con l’entusiasmo di chi ha trovato nuove chiavi per rendere le lezioni più efficaci, accessibili e coinvolgenti. Con loro, anche un patrimonio di idee concrete e replicabili, pensate per una didattica più consapevole, inclusiva e orientata al funzionamento reale della mente.
Le colleghe Anna Panizza e Giusi Chiego hanno poi raccontato la loro partecipazione al corso Erasmus+ svoltosi a Berlino, intitolato “Le abilità del 21° secolo per docenti e alunni”. Un’esperienza stimolante e coinvolgente, che ha mescolato confronto internazionale, riflessione educativa e sperimentazione attiva.
Il corso ha offerto un'immersione in metodologie didattiche innovative orientate allo sviluppo delle competenze trasversali e delle soft skills, fondamentali per formare studenti consapevoli e autonomi.
Un’attenzione particolare è stata dedicata alla flipped classroom, un approccio che ribalta l’impostazione classica della lezione, trasformando il tempo in aula in uno spazio attivo, partecipato e centrato sullo studente. Accanto a questa, è stato esplorato il Project-Based Learning (PBL), ovvero l’apprendimento basato su progetti autentici, spesso interdisciplinari e orientati alla realtà.
Tra le attività più significative, l’elaborazione di progetti concreti legati alla sostenibilità ambientale, come “Save the water, save the planet”, e l’uso del metodo dei sei cappelli pensanti, utile per analizzare situazioni complesse da diversi punti di vista.
L’esperienza berlinese ha rappresentato molto più di un semplice aggiornamento: è stata un’opportunità per riflettere sul proprio ruolo, acquisire nuove prospettive, ma soprattutto tornare a scuola con strumenti concreti, visione rinnovata e motivazione autentica.
Workshop: costruire insieme, a partire da ciò che ci unisce
Il cuore dell’incontro è stato il laboratorio pratico, durante il quale i docenti – organizzati in gruppi verticali – hanno lavorato insieme per ideare attività didattiche basate sulle metodologie presentate. Un esercizio di coprogettazione che ha messo in luce la ricchezza del confronto tra ordini di scuola e la voglia di innovare partendo dalle esigenze concrete degli studenti.
L’energia, la curiosità e la creatività emerse nel workshop hanno confermato che la vera forza di questi progetti non sta solo nella formazione individuale, ma nella condivisione e nella costruzione collettiva del sapere.
Un finale dal sapore europeo
L’incontro si è concluso con un momento di riflessione comune: ogni gruppo ha restituito idee, intuizioni e spunti concreti, in un clima di partecipazione autentica.
A chiudere la giornata, un buffet internazionale con piatti tipici di vari Paesi europei: un modo simbolico e conviviale per celebrare lo spirito Erasmus+, fatto di culture diverse che si incontrano, si contaminano e crescono insieme.
Come in un mosaico, ogni tessera – ogni esperienza, ogni docente, ogni buona pratica – ha contribuito a creare un disegno più ampio: quello di una scuola che si apre al mondo per restare saldamente ancorata alla sua missione educativa.
Disseminare significa seminare idee, coltivare relazioni e far germogliare innovazione.
Perché la scuola è un campo fertile e l’Europa è il vento che porta semi nuovi.



Obiettivi
Disseminazione esperienza Erasmus.